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La Spagna è sulla buona strada per essere il primo Paese europeo in grado di generare, già da quest’anno, più del 50% del fabbisogno nazionale di energia da fonti rinnovabili. Un traguardo a portata di mano che, se venisse raggiunto, consentirebbe al Paese iberico di battere la concorrenza di Francia, Germania, Italia e Regno Unito.
Almeno è questa la previsione della società di consulenza energetica Rystad Energy, la quale ha segnalato che le ambizioni spagnole sono suffragate dagli investimenti avvenuti nel corso degli ultimi 10 anni nella capacità solare ed eolica. In particolare, il paese è stato uno dei primi ad adottare l’eolico onshore: tecnologia che ora rappresenta oltre il 20% della produzione di energia elettrica spagnola. Significativi investimenti nel solare fotovoltaico hanno anche aumentato la capacità e la generazione di energia green negli ultimi anni. L’idroelettrico, che era la più grande fonte di energia rinnovabile della Spagna, rappresenta oggi circa il 10% della sua produzione totale.
“I risultati ottenuti dalla Spagna non sono una sorpresa, considerata la sua storia di investimenti strategici e di rapida adozione nel settore dell’energia rinnovabile. I suoi progressi dovrebbero essere un punto di riferimento per altri paesi e servire come testimonianza della possibilità di un futuro energetico più pulito”, ha commentato Fabian Ronningen, analista senior di energie e rinnovabili di Rystad Energy.
Secondo la società di consulenza norvegese, la Spagna ha compiuto passi da gigante nel ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili in questi anni. Infatti, mentre il gas naturale attualmente funge da fonte primaria per la generazione di combustibili fossili del paese, Madrid ha compiuto notevoli progressi nell’eliminazione graduale della generazione a carbone. Inoltre, le sue centrali nucleari continuano a fornire un carico di base stabile, con un’eliminazione graduale prevista entro il 2035.
Nella diffusione della capacità di energia solare ed eolica, la Spagna ha superato i diretti concorrenti europei, assicurandosi la seconda posizione nelle installazioni eoliche onshore. Sebbene la Germania mantenga il predominio nel solare e nell’eolico terrestre, la traiettoria della Spagna nell’energia solare ed eolica mostra notevoli prospettive di crescita nei prossimi anni. Questi risultati possono essere attribuiti ai maggiori tassi di installazione di nuove energie rinnovabili, che hanno svolto un ruolo fondamentale nell’aumentare la quota di rinnovabili nel mix di generazione di energia del Paese. Per la Spagna, tuttavia, questa sfida non è stata indolore come certifica il notevole aumento registrato lo scorso anno della generazione da combustibili fossili. Nel 2023 la produzione di energia elettrica sta tornando però a livelli normali, determinando un calo sia delle esportazioni che della domanda interna di energia. A guidare questo calo è soprattutto la riduzione della produzione a gas, che rafforzerà ulteriormente il ruolo delle rinnovabili nel mix energetico. Mentre i dati ufficiali dell’operatore del sistema di trasmissione spagnolo confermano oltre il 50% di produzione di energia rinnovabile, le esportazioni di energia verso la Francia quest’anno potrebbero interrompere un’ulteriore crescita.
Nel complesso, la graduale transizione della Spagna da importatore netto a esportatore netto di energia elettrica non solo indica la crescente importanza del Paese nel panorama energetico europeo, ma sottolinea anche il suo percorso per diventare un attore chiave nel mercato globale dell’energia. Il risultato diretto del successo delle energie rinnovabili in Spagna è la riduzione dei prezzi al consumo, un risultato fondamentale, dopo i prezzi altissimi del 2022. L’aumento della quota di energie rinnovabili intermittenti ha abbassato in media i prezzi spot e, sebbene la capacità di interconnessione con il resto dell’Europa sia limitata, quest’anno i prezzi di Madrid sono stati significativamente inferiori a quelli della Francia.
I prezzi medi dell’energia elettrica in Francia sono stati del 34% superiori a quelli della Spagna, a causa di vari fattori, tra cui la transizione della Spagna dall’essere uno dei mercati spot più costosi d’Europa ad uno dei più bassi. Anche tenendo conto degli effetti delle misure di intervento sul mercato nel 2022, la disparità di prezzo tra Spagna e Francia resta ampia.
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